Il Salone del libro che vive

Ogni anno durante il Salone Internazionale del Libro si ritrovano in città brillanti menti scriventi. È un piacere vedere quante persone, nonostante leggano poco, non vogliano perdersi l’appuntamento: perché è un rito caro a tutti, perché ne approfitti per comprare libri ai figli o per sentir parlare quello scrittore che la collega definisce bravissimo, e intanto incroci le consuete scolaresche in gita.

Per me è un appuntamento fisso: ci vado per annusare novità, incontrare amici e poi… non so se lo notate anche voi ma è come se radunate insieme in una stessa location, forti l’una dell’altra, le parole dalla carta esplodessero al di fuori con tutta la loro potenza, volando di mano in mano, di mente in mente, di bocca in bocca con le tante conferenze. Sì, durante il Salone del Libro verba volant, ma soprattutto vivent 🙂

Galateo della scrittura sui social network, caso #2 – Colleghi ai tempi del socialmedia

galateo social network facebookDopo la prima esilarante puntata della serie “Galateo della scrittura sui social network”, siore e siori ecco altri stupefacenti stralci di vita virtuale quotidiana.

Nella parte centrale della propria vita, la Femmina Lavorativae si scontra con un doloroso inconveniente. Generalmente classificato come attività stufosa, e recentemente assurto alle cronache come occupazione sottopagata di tempo altrimenti utile, tale inconveniente è definito lavoro. Nonostante una diffusa piaga della specie nota come disparità di genere, aggravata da un ambiente ostile detto crisi, la Femmina Lavorativae tende ad affrontare con stupefacente pazienza e grinta l’attività lavoro. Tuttavia, recenti ricerche mettono in luce un trend che vede la Femmina Lavorativae scontrarsi con gravi episodi di una malattia molto diffusa, dalla cura ancora sconosciuta, nota come Sindrome del machecazzoscrivibalengo. Sono affetti da tale malattia colleghi di lavoro ambosessi di ogni età, ma si rilevano particolarmente esposti individui già colti in atteggiamenti di Delirio Tremens quali pronunciare di fronte a un cliente importante il nome “disto” (distanziometro ndr) come “desktop”, lasciare il water dell’ufficio orrendamente mutilato di maron caghet, scambiare i bicchieri (pieni) dei colleghi per posaceneri a libera disposizione, raccomandare la puntualità e poi arrivare alle 9.45.
Attenzione: queste osservazioni sono frutto di una vasta ricerca sociale che ha coinvolto numerose Femminae, pertanto ogni riferimento ai fatti descritti di seguito non è affatto casuale. No no, se vi ci riconoscete siete proprio voi. Colleghi avvisati…

Il simpaticonemaancheno. Capo che mi hai licenziato/non mi hai rinnovato l’ennesimo contratto precario, non ti aspettare che continui a chiacchierare con te come niente fosse su Facebook. Non ti aspettare che ti risponda a suon di emoticon sorridenti. Aspettati che ti banni in eterno, questo sì. Se poi ci hai anche velatamente provato, con tutta probabilità adesso starò ridendo della tua faccia con le mie amiche. A social spenti.

Il giocherellone. Collega che giochi a Ruzzle con gli amichetti di Facebook o Twitter, è inutile negare l’evidenza: le notifiche sul tuo profilo parlano per te. Sì, anche al tuo capo. Sì, anche quando dici che vai solo un secondo in bagno e poi ci passi sei ore e torni col crampo all’indice.

La diarroica. Collega che ogni 5 minuti clicchi sul magico pollice o (peggio) pubblichi immagini sdolcinate con frasi tipo “le donne sono forti e gli uomini no, pappappero”. L’intera Feisbucsfera ha capito che il fidanzato ti ha piantata, sappiamo cosa stai provando e ci dispiace di cuore. Ma eccoti un dato comprovato: il numero di frecciatine postate per far capire qualcosa a una persona idiota è inversamente proporzionale al raggiungimento di tale obiettivo. Ergo: l’unico che non avrà visto quelle immagini sarà il tuo ex fidanzato, noto agli studiosi come Diversamente Dotatus Celopiccolus. Mentre noi ci ritroveremo la home page intasata di donne piangenti, tatuaggi, cuori infranti. Consiglio: vai a sbronzarti con le tue amiche al Quadrilatero, è più efficace.

Per completezza non potevo escludere dalla mia lista di saggi una specie in rapidissima espansione territoriale: gli stilisti mancati. Se è Homo Balengus si presenta con magliette da bimbominkia o pantaloni calati con mutande a vista, nonostante occupi una posizione dirigenziale. Se è Femmina Cretinettis giunge baldanzosa con unghie rifatte lunghe 25 centimetri e poi ti chiede di aprirle la bottiglietta dell’acqua perché non riesce più a usare normalmente gli arti superiori. Oppure ha 45 anni e quella sua maglietta fina che piace tanto al Collega Bavosus. Ah, naturalmente prima di comparire in ufficio ha applicato il trucco con la nuovissima cazzuola di Kiko, perché l’ha consigliata Clio Makeup. Un solo commento: #abbiatepietà.

Review: Fernando Wine Dinner

socialmedia torino food dinnerCome dite? Avevo promesso che avrei smesso de magnà?
Mettiamola così, avete conosciuto un altro lato della mia personalità: la golosità 🙂 Sono una di quelle che non si tira indietro di fronte a piatti inediti generalmente classificati come “uhm, roba strana”. Sono una di quelle che non sa resistere a inviti ghiotti.
Se poi li ricevo comodamente su Facebook allora ciao, mi avete conquistata.
Per esempio, un paio di settimane fa ho ricevuto su Facebook l’invito alla cena Fernando Wine Dinner, promossa da winexplorer.it.

Funziona così: vengono selezionati 8 vini e poi diversi foodblogger e/o chef vengono chiamati (contrariamente a quanto accade di solito) a realizzare un piatto in abbinamento al vino. La serata prende il nome da Fernando Wine, simpatico e panciuto oste virtuale ideato da Winexplorer per consigliare gli utenti del sito attraverso una chat live.

Social Media Torino ha partecipato alla Fernando Wine Dinner del 28 Febbraio 2013, che ha visto protagonisti il pesce e il ristorante Bontà d’aMare, in Via San Francesco da Paola 46/b. Abbiamo speso 34 € a testa, io e Lui, grazie alla possibilità di risparmiare acquistando la cena sul sito di Winexplorer (ottima cosa). Hanno cucinato per noi lo chef di Bontà d’aMare e le blogger Chiara e Alice di Les Tantes Gourmandes, Ambra di Il Gatto Ghiotto, Margherita di A Casa Mia e Silvia di Cucina Papera.

Ormai avrete già imparato a seguire il nostro live su Instagram e su Twitter, ma se per caso ve lo foste perso, ecco un collage di foto.

La tartelletta di polenta con burrata, pomodoro bruschetta e sgombro marinato, cucinata dallo chef di Bontà d’aMare, ci è piaciuta molto per l’originale presentazione in una scatola di sardine. Anche il filetto di pagello in salsa Sichuan di Ambra Orazi, rossa rossissima blogger di Il Gatto Ghiotto, l’abbiamo divorato in un secondo: con lei abbiamo fatto un viaggio gastronomico tra il Veneto e l’Oriente. Super super plus ai dolci. Lo chef ha cucinato il Dessert in Trasparenza (ricchissimo, da leccarsi i baffi!) mentre Chiara Faggiano e Alice Neirotti alias Les Tantes Gourmandes hanno preparato la Pomme Gourmande, uno strudel di mele e uvetta, ricoperto da succo gelificato rosso e presentato in forma di mela con una pipetta contenente olio da abbinare al dolce (per la cronaca sì, l’abbiamo pensato che era una stranezza eppure sì, si è rivelato un abbinamento riuscito).

socialmedia torino food review dinner wineAlice e Chiara sono una strana coppia: una anestesista appassionata di food e l’altra cuoca, dimostrano che nel food c’è di più. Che è un argomento trasversale nella vita di ognuno di noi e può ibridare con successo professioni apparentemente inconciliabili tra loro. In questa Fernando Wine Dinner ho trovato con gioia tanti elementi ben mescolati tra loro: l’atmosfera conviviale, la narrazione di un piatto, il racconto di com’è stato cucinato, il sorriso orgoglioso di chi propone innovazione a tavola, la voglia di competenti donne sommeiller di trasportarti per un attimo nel magico mondo del vino.

Winexplorer è un’enoteca online che ha sede a Torino. Non ho ancora acquistato i loro prodotti per ora, ma da questa FWD ho percepito una gestione capace e appassionata, che ha costruito attorno ai vini esperienze enogastronomiche complete.
Ben gestito l’evento su Facebook: Fernando ha dato spazio a ciascuna blogger e al ristorante, con anticipazioni gustose in vista della serata vera e propria.
Come sapete non amo le degustazioni fighette, quelle che a piatti dalla descrizione complicata corrisponde cibo dalle quantità ridotte. Anche in questo caso posso dire che il rischio è stato scongiurato: abbiamo mangiato tanto e bene, e bevuto tanto e bene. Alla salute con Fernando! 🙂

C’è anche Torino alla Social Media Week 2013

social media week blog

È cominciata ieri a Milano la nuova edizione della Social Media Week targata Italia, e noi non potevamo mancare.

Eccovi serviti i torinesi che esporteranno un pò di sana e robusta nerdezza sabauda. Li conoscete? Li followate?

La rassegna si chiude venerdì 22, con “Social Media: 5 trend per il 2013”, che vedrà protagonisti, tra gli altri, Adele Savarese di Ninja Marketing,  Alex Giordano di Ninja Marketing e Viral Beat, e Gaia Berruto di Wired. Modera Gianluca Neri di Macchianera.

Per seguire passo passo l’evento, oltre a Twitter vi consiglio Pinterest: Sebastian aka Beaver ha pubblicato un’interessante infografica.

A Settembre 2013 sono previsti altri appuntamenti legati alle Social Media Week nel Mondo: speriamo che Torino, come lo scorso anno, torni protagonista. Sarà che sò de parte, ma vedo intorno a me tante realtà che devono ancora essere raccontate. Nel frattempo, seguite gli aggiornamenti nostrani sulla pagina Facebook della SMW Torino.

Review: offerta Facebook – iFood 360 a Torino

ImmagineLa prima cosa che dovete sapere di iFood 360 Culinary Experience, una gastronomia unica nel suo genere in Via San Domenico 4/C, è questa: il proprietario, Luca Loris Barbiero, è un tipo strano.
Uno di quelli che mettono la qualità prima del prezzo, che hanno imparato a cucinare da autodidatti. Uno di quelli che l’importante non è averlo grande (il locale, con solo una ventina di posti a sedere) ma farlo bene (il cibo da proporre ai clienti).
La seconda cosa che dovete sapere di iFood 360 è questa: lo chef è anche un pò scienziato.
Per il suo locale, Luca seleziona gli elementi migliori e li mescola usando le più disparate tecniche di preparazione, cottura e impiattamento, per creare risultati inediti.
Dalla sua cucina escono piatti dai nomi strani e invitanti: macedonia virtuale, perla di formaggio Brin d’affinois fondente affumicato a freddo
con scaglie di miele di castagno solido, petto d’anatra cotto nel burro di cacao.

Giorni fa facevo un pò di ricerche su Facebook e mi sono imbattuta nell’offerta “iFood Love Box – Una cena afrodisiaca take away per 2 a 30 €”.
Il nome era tutto un programma e il menu di quelli che ti fan pensare andiamo a vedere cosa si è inventato questa volta.
Così ho preso al volo l’offerta e sabato mi sono gustata la mia box di prelibatezze, rigorosamente in compagnia della mia dolce metà come occasione richiedeva.
Come sempre, chi mi segue su Facebook, Twitter e Instagram ha scoperto i piatti live insieme a me.

Per chi è mancato all’appuntamento, ho mangiato:

  • Cruda Coalvi con zenzero, cocco e lime
  • Parmigiana 2.0 (l’ho già scritto che iFood è un locale sui generis vero?)
  • Riso venere integrale con asparagi e salampatata su vellutata di topinambur
  • Gamberi hot al frutto della passione
  • Molecolar daiquiri alla fragola con crema afrodisiaca alla cannella (da spalmare eventualmente sul corpo del partner, per un finale da VM 18)

2013-02-09 22.00.47Allora, partiamo da un dato di fatto: sono onnivora, mangio di tutto e di più, e con i gusti meno tradizionali ci vado a nozze.
Detto questo, potete già capire che a me aifudd am pias da mat.
Riso venere molto particolare e croccante, carne cruda fresca con ingredienti ben amalgamati tra loro, parmigiana 2.0 in grado di convincere anche il fidanzato più classicista.
I gamberi mi hanno permesso di assaggiare per la prima volta il frutto della passione: not bad.
Super super plus per il dolce: daiquiri squisito servito in forma di gelatina con accompagnamento di fragole fresche e crema di cannella dal sapore deciso.
Quando ceni in un ristorante che si propone come creativo, l’aspettativa solitamente è occhei piatti bellissimi, porzioni piccolissime, prezzi altissimi e a fine cena macdonaldissimo che c’ho fame. Luca ha deciso di ribaltare questa equazione e ha coniato il termine “alta cucina di strada”: senza rinunciare a soluzioni creative, iFood 360 propone prezzi accessibili e porzioni adeguate.
Per la cronaca, a fine serata non siamo andati a mangiare dal Mac. E non confesserò mai se la crema alla cannella l’ho spalmata sul fidanzato oppure no 🙂

Review: evento “Polentata” di Gnammo

2013-02-03 20.20.42Ieri sera, come anticipato su Facebook, Social Media Torino è andato per la prima volta on the road, allo Zelli Wine Bar di Corso Vittorio 35 a Torino, per testare con mano il funzionamento del sito Gnammo.

Ne avevo già scritto qui, ma sono come San Tommaso e nulla può convincermi meglio di una prova pratica.

Come già sapete, il sito Gnammo consente agli iscritti di cucinare e tenere eventi in casa propria o in una location, oppure di partecipare agli eventi e mangiare il menu proposto. Io sono andata sul sito gnammo.com, nella sezione Eventi, e ho scelto di andare alla Polentata di ieri sera, Domenica 3 Febbraio, in orario di aperitivo.

Subito dopo la prenotazione mi è arrivata un’email, nella quale si confermava l’invio della mia richiesta di partecipazione al cuoco, Matteo Miscioscia. Una volta che il cuoco conferma la prenotazione, o se l’evento ha raggiunto un numero minimo di partecipanti richiesto, viene spedita una seconda email, che specifica indirizzo, orario e menu prenotato.
Si paga online e trovo azzeccato che, per assicurare trasparenza, il denaro venga addebitato solo il giorno successivo all’evento. Questo tutela da eventuali disdette del cuoco o da problemi con il locale ospitante: se il cuoco annulla l’evento meno di 24 ore prima dello svolgimento, la transazione viene annullata e l’utente riceve un bonus sconto del 50% per la successiva prenotazione sul sito.

Il giorno dell’evento Gnammo spedisce un reminder, che ricapitola il dove e il quando agli inguaribili smemorati.
Prima di presentarsi all’evento basterà stampare la ricevuta, da consegnare una volta arrivati al cuoco o, come nel mio caso, ai proprietari del locale.
Pur essendo ben 4 per un singolo evento, le comunicazioni email meritano un apprezzamento: informali (Ciao! Tutto bene? Vogliamo ringraziarti di cuore oppure Yeah, la tua prenotazione è stata accettata!), divertenti (Stay hungry!), coerenti (Ora devi solo tenere l’acquolina in bocca sotto controllo e attendere la conferma di accettazione).

IMG-20130203-WA0002-1Se ieri sera mi avete seguita su Twitter e Instagram sapete già cosa ho mangiato di buono.
Il menu, per un costo di 13 €, prevedeva: buffet al banco, piatto di polenta taragna con gorgofusion (crema di cardi e gorgonzola) e ragù di salsiccia di suino. Dulcis in fundo, tiramisù. Bevanda compresa (ragazzi, quanto amo il Traminer).
A proposito del cibo, due piccoli appunti ma propi perchè suma dificil: la polenta era costretta in un piatto un pò piccolo, da aperitivo più che da portata, e il tiramisù, descritto nel menu come “hot”, non era nè caldo nè piccante: ci resta il dubbio su cosa intendesse il cuoco 😉
Complimenti in ogni caso all’efficienza del sito e alla gentilezza di Matteo, che a fine serata ha concesso a me novella Gnammer un saluto e una foto.

Chi seguire su Twitter a Torino

img articolo twittter torinoC’era una volta il social del Libro, quello con la felpa e le ciabatte.
Un bel giorno però fece la sua comparsa sulla scena il rivale, uno tutto azzurrino e raffinato simile a un principe azzurro: il social all’Uccelletto.
L’Uccelletto diventò, follow dopo follow, amico di mezza Italia, tanto da arrivare financo all’ombra della Mole.
Qui di seguito, per chi ama Twitter e Torino, un elenco con alcuni follow consigliati.
Avvertenze sul consumo: questo post non contiene residui di papi o One Direction.

Seguite qualche altra realtà o persona interessante? Commentate e completiamo insieme questa lista!

Anche a Torino la Jelly Week 2013

jelly weekChe poi uno legge per caso di questo evento, senza averne mai sentito parlare prima, e pensa ommipouradona l’ennesima ammmeriganata culinaria auanagana my friend magnate sta jelly. Già ci si immagina Gordon Ramsay come Capitan Uncino nella canzone di Edoardo Bennato, a sbraitare Gelatine ammosciate che non siete altro, muovetevi!
E invece no.

Invece è una cosa molto seria e interessante, che riguarda il lavoro o meglio la collaborazione a scopo lavorativo. Si chiama Jelly Week 2013 (la Settimana della Gelatina), è cominciata il 14 Gennaio ma prosegue fino a domenica 20, si tiene in tutta Italia e nel Mondo.
In sostanza è una settimana di lavoro fianco a fianco con altri liberi professionisti, creativi, startuppers, innovatori, appassionati di tecnologie, nei centri di coworking di tutto il Paese. Un’utile occasione per divertirsi, avvicinare idee e ottenere informazioni, il tutto ben mescolato come i giusti ingredienti nel piatto più squisito. Qualche esempio pratico? Si va dalla partita a scacchi condivisa su Google+ al servizio di commercialista on demand.

Per partecipare bastano un portatile, qualche domanda da fare e tanta voglia di mettersi alla prova.
Ecco dove andare e cosa fare:

Ah, se ve lo stavate chiedendo sì, si magna anche qualcosa. Su Facebook, Toolbox ha promosso un breakfast, con tanto di possibili misteriose “sorprese jellose”.
Perché a pancia piena le idee crescono meglio. Ma non ditelo a Gordon Ramsay…

Galateo della scrittura sui social network, caso #1 – Rottura sentimentale

galateo social network facebookNel corso della sua esistenza, la Femmina Sapiens viene a contatto con alcune spiacevoli situazioni.
Una di queste è l’incontro con esemplari deviati di Homo Dementis, presumibilmente una non rara deformazione di Homo Sapiens.
Di fronte a queste eventualità, la Femmina Sapiens mostra segni di evidente abbandono della pazienza e della razionalità, accompagnati da un inaspettato picco di creatività vendicativa e talvolta dall’aumento dell’ormone della violenza.
I più recenti studi dell’Università di Faciuncaztown dimostrano che di fronte a questa sgradevole evenienza la Femmina Sapiens ha evoluto il proprio comportamento, portandolo da Femmina Fanientis Stobenae a Femmina Vendicativa Colcazzus.
È stato rilevato che a seguito di tale mutazione, la Femmina Vendicativa Colcazzus adotta alcune forme di autodifesa.
Eccole elencate di seguito:

  • Casuale invio di foto compromettenti a madre/padre/capo
  • Aumento dell’attività fisica, con conseguente incremento di potenziali accoppiamenti, anche fuori dal solito branco
  • Casuali lanci di oggetti il luogo aperto. Meglio se dall’alto. Meglio se preziosi, tipo chiavi della moto od orologio
  • Casuale presenza di mazze ferrate in micro borsette. Il fenomeno è ancora in fase di studio ed è stato classificato al momento tra i misteri della specie

Attenzione: durante il periodo di mutazione in Femmina Vendicativa Colcazzus, è consigliabile per qualsiasi Homo Dementis attenersi a semplici regole di sopravvivenza. Nel caso sei social networks, queste regole prevedono:

  • Non scrivete post provocatori. No, neanche sul Whatsapp. Non diteli al telefono, né a voce. Non comunicate proprio
  • Evitate di postare status senza un evidente senso logico. Qualsiasi espressione che non rientri nella categoria “Soggetto+Verbo=Conseguenza comprensibile ai più” causerà nella memoria della Femmina Vendicativa un Error 401. E il conseguente lancio di computer (il vostro, ebeti) fuori dalla finestra. Casualmente
  • Non curiosate e non lasciate casuali allusioni sulle bacheche di amici comuni. La Femmina Vendicativa Colcazzus sorprende per la sua capacità di fare amicizia con rari esemplari violenti di Homo Armadius

Poi dicono che noi donne non siamo razionali. Tzè.