Come sempre accade, per difendere un tuo diritto puoi metterci la faccia (certo se ce l’hai da angelo è meglio, ma anche da riga in mezzo talvolta paga ;-)). Puoi fare i sit-in, puoi sfoderare articoli di giornale, studi o statistiche. Oppure, come sta succedendo a Torino, puoi metterci una parte del corpo che ti caratterizza e che vuoi proteggere. Sto parlando delle mammelle, il seno, le protuberanze superiori (…). C’è una gruppo di donne che ha deciso di esporre il proprio seno senza volgarità e per uno scopo benefico. Ho scoperto la loro fanpage, questa qui, e ho pensato Devo scriverne sul blog.
Perché spesso di tette si parla in modo squallido, irrispettoso, volgare, con riferimenti più o meno espliciti a sesso, belle donne, perfezione artificiale, ma molto meno se ne parla con obiettività, come di qualsiasi altro organo del nostro incredibile corpo umano. Se ne parla poco, insomma, quando si tratta di salute. Come nel caso del coraggioso gruppo di donne che ha deciso di farsi fotografare in desabillé, senza reggiseno, per protestare contro la chiusura dell’Ospedale Valdese, prezioso alleato nella diagnosi e nella cura del cancro al seno a Torino e in tutto il Piemonte.
I numeri dell’Ospedale Valdese sono importanti (ogni anno 600 donne vengono operate da alcuni dei migliori medici italiani) ma l’amministrazione regionale chiede già da fine 2012 / inizio 2013 un ridimensionamento dei servizi, tra i quali proprio Senologia Oncologica. Quindi ecco scattare la mobilitazione.
E oggi, quasi un anno dopo? La battaglia di queste donne è ancora in corso. Durante il TFF Torino Film Festival l’associazione Mettiamoci le Tette ha proposto una nuova iniziativa per riportare l’attenzione sull’argomento: il Tet Carpet (dai, sono fantastiche ammettiamolo 🙂 cose che solo noi donne riusciamo a fare. #fierezza). Domenica 24 Novembre si sono riunite per dare nuova voce alla protesta e hanno proposto una petizione online. Alla giornata ha partecipato anche il regista Paolo Virzì, direttore del TFF. Perché oltre a tante donne beh anche certi uomini, come diceva quella pubblicità, valgono.