Cucina zerowaste stile piemontese: 3 ricette da provare.

Ecco 3 idee per utilizzare ingredienti locali, preparare una cenetta non banale e ridurre al minimo gli sprechi. Non sono una foodblogger, quindi ogni consiglio è ben accetto 😉

L’importanza della cucina Zero Waste

In Piemonte, lo stile di vita zerowaste può fondersi perfettamente con la ricca tradizione culinaria della regione, basata su ingredienti locali di alta qualità. Non servono lunghissime liste della spesa: molti ingredienti qui di seguito sono già presenti nella vostra dispensa.

Risotto alle Erbe di Campo

Il Piemonte è famoso per le sue erbe aromatiche spontanee. Per preparare un delizioso risotto zerowaste, iniziate raccogliendo erbe di campo come l’ortica, il tarassaco e il finocchio selvatico. Queste erbe, ricche di sapore e nutrienti, daranno al vostro piatto un tocco rustico.

Ingredienti:

  • 250g di riso Carnaroli
  • Erbe di campo (ortica, tarassaco, finocchio selvatico)
  • Brodo vegetale fatto in casa
  • Cipolla
  • Olio d’oliva
  • Sale e pepe

Preparazione:

  1. Iniziate soffriggendo la cipolla in olio d’oliva fino a quando diventa trasparente.
  2. Aggiungete il riso e tostatelo per alcuni minuti.
  3. Aggiungete gradualmente il brodo vegetale e le erbe di campo tritate.
  4. Continuate a mescolare e aggiungere il brodo fino a quando il riso è cotto.
  5. Aggiustate di sale e pepe, servite caldo.

Polenta con Funghi Porcini

La polenta con funghi porcini è un classico piatto piemontese che combina la semplicità con il sapore straordinario dei funghi raccolti nei boschi della regione.

Ingredienti:

  • Farina di mais
  • Funghi porcini freschi
  • Burro
  • Aglio
  • Prezzemolo fresco
  • Sale e pepe

Preparazione:

  1. Preparate la polenta seguendo le istruzioni sulla confezione.
  2. Nel frattempo, pulite e tagliate i funghi porcini a fette.
  3. In una padella, fate sciogliere il burro e aggiungete l’aglio tritato.
  4. Aggiungete i funghi e cuoceteli fino a quando sono dorati.
  5. Servite la polenta calda con i funghi, una spolverata di prezzemolo e una generosa macinata di pepe nero.

Panna Cotta alla Lavanda con Miele

Concludiamo il nostro viaggio culinario con un dolce delizioso e profumato. La lavanda cresce abbondantemente nel Piemonte, e questa panna cotta vi farà assaporare il suo aroma unico.

Ingredienti:

  • Panna fresca
  • Zucchero
  • Fiori di lavanda essiccati
  • Gelatina in fogli
  • Miele locale

Preparazione:

  1. Riscaldare la panna con i fiori di lavanda essiccati e lo zucchero fino a quando il composto è profumato.
  2. Filtrare la panna per rimuovere i fiori di lavanda e sciogliere la gelatina in fogli nel composto caldo.
  3. Versare la panna cotta nei contenitori desiderati e lasciarla raffreddare in frigorifero.
  4. Prima di servire, aggiungere un cucchiaino di miele locale sopra ogni panna cotta.

La cucina zerowaste in Piemonte non solo riduce gli sprechi alimentari ma celebra anche la ricchezza degli ingredienti locali. Preparando piatti come il risotto alle erbe di campo, la polenta con funghi porcini e la panna cotta alla lavanda con miele, potrete gustare il meglio che questa regione ha da offrire, rispettando l’ambiente e la tradizione culinaria.

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Recensione ristoranti: Vin Bistrot

Ci hai fatto caso?

Nella vita le migliori scoperte capitano spesso per caso, in un “pigro martedì pomeriggio” – come recita la famosa poesia – e in un posto inaspettato dove normalmente non saresti mai passata.

Così, mercoledì scorso sono finalmente riuscita a chiudere il cerchio su una bella scoperta recente: il Vin Bistrot, piccolo ristorante a Moncalieri (Via Montebello 4, zona Mercato del Bestiame per intenderci) dove la rinnovata (saggia) gestione ha saputo nell’ultimo anno ripartire con creatività e ricerca sulla materia prima.

I risultati sono tutti da leccarsi i baffi, giusto ponte prelibato fra tradizione e innovazione: i Ravioli del Plin alle tre carni brasate al profumo di campagna e gli Agnolotti ripieni di crostacei con sugo di datterini scottati fanno da apertura ideale alla Tagliata di femmina di fassone e alla Rustichella di pollo aromatizzata al curry di jaipur. Per concludere, un ottimo Profiterol rivisitato in chiave meno scontata, con il cioccolato fondente abbinato al pistacchio. Vini dal Mondo, tutti da provare: dal Piemonte alla Campania, dalla Spagna alla Francia al Sud Africa, fino ad arrivare alla California.

Per i curiosi, il team di chef del Vin Bistrot sta studiando un certo Fritto non fritto che sono sicura piacerà anche ai bambini 😉 E se volete provare i piatti del menu (esclusivamente a cena nei giorni di martedì, mercoledì, giovedì e venerdì – e su prenotazione) segnalate il codice BLOGSOCIALMEDIATORINO: riceverete lo sconto del 20% sul totale conto! Questa promozione è valida fino al 20/06/2019.

Bocuse d’Or Europe OFF 2018 a Torino

Gli aggiornamenti spopolano su Twitter: questo Giugno 2018 la selezione europea del Bocuse d’Or – la celeberrima competizione internazionale di alta cucina – sbarca a Torino con un denso calendario di eventi interessanti.

8 Giugno: al Circolo dei Lettori
9 Giugno: al Museo di Arte Contemporanea del Castello di Rivoli
9 Giugno: al Museo Nazionale del Cinema
16 Giugno: alla Reggia di Venaria

In più, fino al 22 Luglio il Gran Tour dedica al Bocuse d’Or Europe OFF itinerari speciali (programma online qui) e alla Ex Borsa Valori di Via San Francesco Da Paola è visitabile fino al 24 Giugno Regine&Re di Cuochi – I protagonisti della cucina italiana in mostra. Al top, come sempre, Gualtiero Marchesi: fino all’11 Giugno a Palazzo Madama saranno in mostra i piatti meravigliosi dello chef degli chef.

Tutti gli appuntamenti sono consultabili nel dettaglio sul sito ufficiale del Bocuse d’Or Europe OFF 2018.
Bon appetit! 😉

Less waste: 10 facili strategie e indirizzi utili a Torino

Attenzione, sto per dire una cosa forte. A dispetto di ciò che il titolo potrebbe far credere, io non credo nello zero waste (stile di vita a zero sprechi).

Detesto ogni estremismo, quello che parte da un doveroso senso di responsabilità e tracima fino a farci salire su piedistalli fatti di una superiorità inesistente. Non amo controllare ossessivamente ogni dettaglio della mia vita quotidiana per poi sentirmi in colpa se non ho seguito il dogma. Non voglio trovarmi a rifiutare un regalo della nonna 95enne perché non conforme alle regole imposte. Il fai-da-te non fa-per-me. Non sono disposta a rinunciare alle conquiste fatte da e per le donne in decenni di femminismo (non essere più costrette a lavare quintali di assorbenti e pannolini, non dover necessariamente allattare al seno, avere dalla propria parte omogeneizzati pronti per bambini e anziani, avere a disposizione preservativi in plastica usa e getta per decidere della nostra sessualità in sicurezza – tra le tante).

Detto questo, qualcosa di importante può essere fatto. Se poi è anche facile e non costa un occhio, è l’ideale! 😉

  • Dalla plastica al vetro: yogurt, latte, succhi di frutta sono prodotti con molte alternative di packaging less waste, specie se avete bambini/e.
  • Mestruazioni: i tamponi ed assorbenti sono da sempre tra i prodotti meno ecologici in assoluto. Se avete confidenza con il vostro corpo potete optare per la coppetta mestruale, altrimenti sceglierete gli assorbenti esterni e i salvaslip compostabili.
  • Pannolini: al supermercato si trovano diversi brand di compostabili.
  • Carta casa, carta igienica, fazzoletti: l’azienda italiana Lucart ha nella sua linea questi prodotti, tutti ricavati da carta riciclata.
  • Prodotti di bellezza: Lush ma che vvelo dico a ffà. Dallo shampoo solido al balsamo, dalle creme alle maschere viso. Ma anche il Negozio Leggero.
  • Spazzolini e dentifrici: il mio dentista mi ha sconsigliato del tutto il bicarbonato puro, così ho scelto i prodotti di Lamazuna (costano parecchio però), mentre su Amazon si trovano comodamente disponibili tanti marchi di spazzolini in bambù.
  • Abbigliamento: chi dice che sprecare meno significa diventare minimali o tristi? Nei negozi Humana potete sbizzarrirvi, trovando capi originali e alla moda senza dissanguarvi. In più, Humana Vintage in Via Pietro Micca è un autentico gioiello incastonato in un palazzo d’epoca: da scoprire.
  • Giocattoli e abbigliamento bambini: crescono in fretta e strapazzano i vestiti al nido o all’asilo, ma è possibile arginare i costi e sprecare meno acquistando in uno dei molti negozi dell’usato. Personalmente per giocattoli, cucine e casette da giardino trovo molto utile anche Subito.it.
  • Pasta, pastina, cioccolato e biscotti: Negozio Leggero, mia figlia va matta per i loro biscottoni al cocco.
  • Detersivi: hanno purtroppo eliminato la spina nel mio supermercato, così ho scelto il Negozio Leggero. Se proprio non ho tempo per andarci cerco quanto meno di tenermi lontana dal packaging in plastica, preferendo alternative in polvere e in confezioni di cartone. Ho intenzione di provare anche i prodotti alla spina degli Empori Acmos.

E tu, quali strategie usi per ridurre gli sprechi e contenere i costi? Aspetto i tuoi suggerimenti! 🙂

Recensione ristoranti: Villa Crespi – Cannavacciuolo

cannavacciuoloParliamoci chiaro, Antonino Cannavacciuolo va di moda. Da Masterchef Italia in poi, quel suo essere un po’ Cracco e un po’ Chef Rubio ha esaltato stormi di pollastre di tutte le età ed estrazioni, e la situazione è destinata a decollare ora che il buon @antoninochef ha debuttato anche sotto la Mole con il suo Bistrot. Ma facciamo un passo indietro, precisamente in un caldissimo venerdì di Giugno quando con il mio compagno sono arrivata a Villa Crespi per festeggiare alla grande il nostro anniversario di fidanzamento.

In piemontese esiste un detto: “togliersi la natta”. Si dice di un acquisto impulsivo o di uno sfizio costoso, un “tappo che si stappa” e lascia il desiderio libero di uscire. Ebbene, un pranzetto a Villa Crespi ha il suo perché sia in termini di costo che di esperienza in sé, a partire dalla galanteria d’altri tempi nell’accoglienza. Disponibile un menu alla carta (mi hanno colpito le numerose ricette con il quinto quarto come protagonista: rognone, testa e coda di manzo) e due degustazioni (Carpe Diem e Itinerario da Sud a Nord Italia): a fare da fil rouge un connubio tra napoletanità dello chef e tradizione del territorio piemontese.

Coloratissimo il Buon Viaggio di Antonino Cannavacciuolo, originale il caviale di aceto nell’insalata di polpo con verdure cotte all’olio e menzione d’onore ai dolci: un buffet di piccoli capolavori d’arte e di gusto, arricchiti da un babà che finalmente non sgocciola rum in mano e sfogliatelle croccanti come il paradiso! Da buona sabauda ho abbinato una degustazione di formaggi – lo Stilton inglese e persino un Parmigiano stagionato 90 mesi – ma se siete amanti dei vini potete richiedere l’alternativa che prevede un calice differente ad ogni portata. Per il resto, nulla da eccepire: luci soffuse, camerieri gentilissimi, ambientazione raffinatissima (una folle villa moresca con tanto di minareto, voluta dall’imprenditore tessile Crespi come regalo alla moglie Pia) insomma tutto l’-issimo che serve nelle grandi occasioni.

Come dite? Se ho visto lo Chef? Certo signore e signori. Addios! 😉

6 cose da fare a Torino – Aprile 2016

pexels-photo-largeAprile dolce dormire? Ma anche no dai, ché di cose da fare ce ne sono. Eccole qui 😉

  • 15-17: ManualMente, rassegna dedicata alla manualità creativa
  • 15-17: FoodHackaton, dal campo alla tavola – all’I3P, Incubatore di Imprese Innovative di Torino
  • 24: 13° Instameet (meeting Instagram) e appuntamento ai giardini di Palazzo Reale per celebrare anche in Piemonte. Gli hashtag abbondano, ovviamente: #ig_piemonte #palazzoreale #wwim13 #wwim13piemonte #ig_italia #igworldclub #lifeonearthwwim13

Postate le foto su Instagram e non dimenticate di taggare @socialmediatorino!

5 fanpage Facebook da seguire – aggiornamento Novembre 2015

facebook torinoArteide Perché è un’ottima fonte di ispirazione per la creatività.

Le Confessioni di Una Cassiera Perché una volta capitati qui poi non si torna indietro: la prossima volta che andrete a far la spesa la cassiera con le unghie fucsia vi apparirà più simpatica.

Medici Senza Frontiere Perché un bombardamento su un ospedale non può restare senza un responsabile, come minimo con nome e cognome.

Nicolai Lilin Perché è bello leggere di territori russi, dei quali in Occidente sappiamo poco e in modo approssimativo.

Siciliani Creativi in Cucina Perché le sue ricette sono come le recensioni sui migliori ristoranti: porzioni abbondanti, tutto buonissimo, consigliato!

10 cose da fare a Settembre a Torino (e non solo)

ambrabrus84Ferie finite, tristessa e miseria?
Naaa figuriamoci: a Settembre c’è di che divertirsi in città 😉

✓ Venerdì 4: concerto degli U2

✓ Dal 5 al 24: MITO Settembre Musica

✓ Giovedì 10: Torino Swing Festival

✓ Dal 10 al 13: Reset Festival

✓ Sabato 12: Festival delle Sagre ad Asti

✓ Dall’11 al 13: Birra e street food

✓ Mercoledì 23: Smart Mobility World Forums

✓ Dal 24 al 27: ManualMente

✓ Venerdì 25: Notte dei Ricercatori

✓ Domenica 27: Torino Photo Marathon

Expo 2015: il giro del Mondo (più che del gusto) in 53 padiglioni

Partiamo da una provocazione bella e buona: io all’Expo 2015 a Milano non ci volevo proprio andare.

Perché dovrei sorbirmi l’ennesimo stand finto-buonista di McDonald’s? Perché pagare così tanto un biglietto di ingresso? mi chiedevo, nonostante Lui provasse in ogni modo a convincermi di quanto fosse un’occasione unica per il nostro Paese e di quanto potesse essere divertente passare una giornata a scoprire pezzetti di Mondo e di cucina, seppur piccoli.
La verità? Lui aveva ragione, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto turistico.

Intendiamoci, i padiglioni e gli stand pubblicitari ci sono – e continuano a non piacermi.
I prezzi sono cari – e continuano a non convincermi.
Tutto il resto però, mi ha sorpresa in positivo.
Perché non ti aspetti di conoscere coltivazioni che vengono direttamente dal Brasile, e non ti aspetti di entrare in un bosco in Austria. Ma soprattutto – questo è il mio sì più convinto – non ti aspetti di poter scambiare quattro chiacchiere con persone provenienti da Stati africani e Sudamericani lontani dalle solite rotte turistiche.
Insomma, in una giornata anche chi viaggia poco può concedersi il lusso di girare in Mondo senza bisogno dell’aereo, provando a capire, ad assaggiare e a mettere alla prova le proprie conoscenze.

Ad esempio, sapete dove è nato Skype? 😉

Consigli per la visita all’Expo 2015

  • Cercate di arrivare la mattina presto: con il caldo, le code al sole per entrare in alcuni padiglioni possono diventare davvero pesanti.
  • Non appesantitevi la borsa con bottiglie d’acqua a litri: basta una borraccia vuota, che potrete ricaricare nei punti di distribuzione (gratuiti).
  • Informatevi sugli eventi del giorno e i National Day (speciali dedicati ai singoli Paesi partecipanti): potreste trovare appuntamenti molto interessanti.
  • Dedicate tempo ai cluster sulle materie prime, meritano molto più di alcuni padiglioni nazionali

Padiglioni nazionali da non perdere, secondo me

  • Russia
  • Arabia Saudita
  • Corea
  • Marocco

L’ Expo 2015 ovviamente è anche social: su Facebook è qui e su Instagram lo trovate qui. Per le news su Twitter seguite #WonderfulExpo2015 o #Expo2015.

Il Piemonte a Chicago? Ecco dove, e cosa si mangia di buono.

plin-torino-piemonteGuardate la foto qui a fianco. Buoni vero? Un bel piatto di plin come Dio comanda, di quelli che sembran preparati dalla nonna. E invece no.
Sono stati cucinati a Chicago, dove – tra una miriade di ristoranti italiani che hanno esportato gloriose pizze e fumanti spaghetti al pomodoro – c’è il ristorante Osteria Langhe, che si propone di portare un po’ di Piemonte food&wine nientepopodimeno che negli USA.
Io li ho scoperti su Instagram. Voi state per farlo qui sul blog, nell’intervista più internazionale e interessante che ho condotto finora. Perché è curioso, una volta tanto, vederci attraverso occhi che abitano al di là di un oceano.
Enjoy!

Hi Aldo (Zaninotto ndr), what is the story of your restaurant? But most af all: why Piedmont? Why Piedmontese food?
I discovered Piemonte through the wines and the winemakers themselves, ever getting me excited about the region, the history, the culture, the food and wines. About 17 years ago I made a switch in career from the restaurant business where I grew, working in some of the best restaurants in Europe, NYC, Los Angeles and Chicago. When I made that change to become a wine sales representative, I understood the importance of identifying the perfect wines for the perfect food pairing, building a great reputation through the Chicago dining scene at an early stage, it was the beginning of a new culture to Chicago. Fortunately for me, the company (wine distributor) I was working for had some of the best wines from Piemonte to offer, wineries such as Vietti, Michele Chiarlo, Roberto Voerzio, Bruno Giacosa, Ceretto, Prunotto, Coppo, La Spinetta, Chiara Boschis, Paolo Scavino, Cigliuti to name just a few of them. I was fascinated, so months later I decided to venture to visit the Piemonte region.The food and its tradition were amazing! I had to share this with my customers back in Chicago (chefs and Sommelier, who either knew nothing or just a bit of that region).
After traveling through the whole country, I saw the excitement and interest from people who knew little, in my head I understood that if done well and focused, I could bring that culture in one place only if I had the right ingredient. In 2013, Giorgio Rivetti and I were both convinced that if the place was authentic, we would be able to convince our customers, so we did. We are strictly focusing with only the wines from Piemonte (no Prosecco, no Franciacorta or Sangiovese) and we try to showcase theideology the way it is done in the Langhe: working with the season through classics, working with smaller and local farmers. We are part of the Slow Food movement.

Ciao Aldo (Zaninotto ndr), qual è la storia del vostro ristorante? Ma soprattutto: perché Piemonte? Perché il cibo piemontese?
Ho scoperto il Piemonte attraverso i vini e i viticoltori stessi, amo questa regione, la storia, la cultura, il cibo e i vini. Circa 17 anni fa ho fatto un passo fondamentale nella ristorazione, mondo nel quale sono cresciuto, lavorando in alcuni dei migliori ristoranti in Europa, New York, Los Angeles e Chicago. Poi sono diventato un rappresentante di vendita di vino, ho capito l’importanza di identificare i vini perfetti per il perfetto abbinamento con il cibo, è stato l’inizio di una nuova cultura per Chicago. Fortunatamente per me, la società (distributore di vino) per cui stavo lavorando offriva alcuni dei migliori vini piemontesi, provenienti da cantine come Vietti, Michele Chiarlo, Roberto Voerzio, Bruno Giacosa, Ceretto, Prunotto, Coppo, La Spinetta, Chiara Boschis, Paolo Scavino, Cigliuti – per citarne solo alcuni. Ero affascinato, quindi mesi dopo ho deciso di avventurarmi a visitare il Piemonte da vicino. La sua tradizione si è rivelata incredibile! Dovevo assolutamente condividere questo con i miei clienti tornato a Chicago (chef e sommelier conoscevano poco o niente di questa regione).
Dopo aver viaggiato attraverso tutto il Paese, ho visto l’entusiasmo e l’interesse da parte di persone che conoscevano poco questa parte d’Italia, e nella mia testa ho capito che se fatto bene e con dedizione, avrei potuto portare quella cultura se solo avessi avuto l’ingrediente giusto. Nel 2013, Giorgio Rivetti ed io eravamo entrambi convinti che se il posto fosse stato autentico, saremmo stati in grado di convincere i nostri clienti, e così è stato. Stiamo rigorosamente scegliendo solo i vini piemontesi (niente Prosecco, no Franciacorta o Sangiovese) e cerchiamo di mostrare il cibo per come è ancora oggi inteso nelle Langhe: lavorare con i prodotti di stagione, proporre i classici, collaborare con gli agricoltori più piccoli e locali. Siamo ovviamente parte del movimento Slow Food.

osteria-langhe-chicagoEcco, pensare ad un ristoratore che propone cocktails a base di Vermouth o a qualcuno che in questo momento magari sta scoprendo il Punt e Mes è… fantastico!

Do american people like traditional piedmontese dishes? Are they interested in the ingredients and the stories behind the recipes?

Most of the people know truffles, but I like to think that without Osteria Langhe in Chicago they would not know what Tajarin or Plin or Finanziera are. People today are really excited about the simplicity of Piemonte food, working and respecting the seasons.

Come reagiscono gli americani ai piatti tradizionali piemontesi? Sono interessati gli ingredienti e le storie dietro le ricette?

I più rinomati nell’immaginario comune sono i tartufi, ma mi piace pensare che senza Osteria Langhe a Chicago non saprebbero cosa siano tajarin o plin o la finanziera. Il nostro menu è una grande vetrina per il Piemonte e le persone oggi sono davvero entusiaste della semplicità del Piemonte, fatta di lavoro, buon cibo e rispetto delle stagioni.

What are your favourite recipes and dishes? 😉 What do your clients like the most about your menu?

The favorites of the restaurant are Plin (with LaTur cheese), Tajarin e Ragu, Vitello Tonnato, Carne Cruda, Coniglio, Fonduta, Castelmagno cheese, Finanziera.

Per la cronaca, nel menu sono previste anche specialità non esattamente facili, come la trippa e le lumache. Chapeau!

Quali sono le vostre ricette e i piatti preferiti? 😉 Quali sono i piatti più richiesti del vostro menu?

I preferiti sono i plin (con formaggio Latur), i tajarin al ragu, il vitello tonnato, la carne cruda, il coniglio, la fonduta, il Castelmagno, la finanziera.

Ma adesso lasciateci gustare una panna cotta e un bel bicchierino di Bicerin al gianduiotto. Direttamente dagli Usa, è ovvio.

Thank you Aldo Zaninotto e Beth Ann Brozo!