Cucina zerowaste stile piemontese: 3 ricette da provare.

Ecco 3 idee per utilizzare ingredienti locali, preparare una cenetta non banale e ridurre al minimo gli sprechi. Non sono una foodblogger, quindi ogni consiglio è ben accetto 😉

L’importanza della cucina Zero Waste

In Piemonte, lo stile di vita zerowaste può fondersi perfettamente con la ricca tradizione culinaria della regione, basata su ingredienti locali di alta qualità. Non servono lunghissime liste della spesa: molti ingredienti qui di seguito sono già presenti nella vostra dispensa.

Risotto alle Erbe di Campo

Il Piemonte è famoso per le sue erbe aromatiche spontanee. Per preparare un delizioso risotto zerowaste, iniziate raccogliendo erbe di campo come l’ortica, il tarassaco e il finocchio selvatico. Queste erbe, ricche di sapore e nutrienti, daranno al vostro piatto un tocco rustico.

Ingredienti:

  • 250g di riso Carnaroli
  • Erbe di campo (ortica, tarassaco, finocchio selvatico)
  • Brodo vegetale fatto in casa
  • Cipolla
  • Olio d’oliva
  • Sale e pepe

Preparazione:

  1. Iniziate soffriggendo la cipolla in olio d’oliva fino a quando diventa trasparente.
  2. Aggiungete il riso e tostatelo per alcuni minuti.
  3. Aggiungete gradualmente il brodo vegetale e le erbe di campo tritate.
  4. Continuate a mescolare e aggiungere il brodo fino a quando il riso è cotto.
  5. Aggiustate di sale e pepe, servite caldo.

Polenta con Funghi Porcini

La polenta con funghi porcini è un classico piatto piemontese che combina la semplicità con il sapore straordinario dei funghi raccolti nei boschi della regione.

Ingredienti:

  • Farina di mais
  • Funghi porcini freschi
  • Burro
  • Aglio
  • Prezzemolo fresco
  • Sale e pepe

Preparazione:

  1. Preparate la polenta seguendo le istruzioni sulla confezione.
  2. Nel frattempo, pulite e tagliate i funghi porcini a fette.
  3. In una padella, fate sciogliere il burro e aggiungete l’aglio tritato.
  4. Aggiungete i funghi e cuoceteli fino a quando sono dorati.
  5. Servite la polenta calda con i funghi, una spolverata di prezzemolo e una generosa macinata di pepe nero.

Panna Cotta alla Lavanda con Miele

Concludiamo il nostro viaggio culinario con un dolce delizioso e profumato. La lavanda cresce abbondantemente nel Piemonte, e questa panna cotta vi farà assaporare il suo aroma unico.

Ingredienti:

  • Panna fresca
  • Zucchero
  • Fiori di lavanda essiccati
  • Gelatina in fogli
  • Miele locale

Preparazione:

  1. Riscaldare la panna con i fiori di lavanda essiccati e lo zucchero fino a quando il composto è profumato.
  2. Filtrare la panna per rimuovere i fiori di lavanda e sciogliere la gelatina in fogli nel composto caldo.
  3. Versare la panna cotta nei contenitori desiderati e lasciarla raffreddare in frigorifero.
  4. Prima di servire, aggiungere un cucchiaino di miele locale sopra ogni panna cotta.

La cucina zerowaste in Piemonte non solo riduce gli sprechi alimentari ma celebra anche la ricchezza degli ingredienti locali. Preparando piatti come il risotto alle erbe di campo, la polenta con funghi porcini e la panna cotta alla lavanda con miele, potrete gustare il meglio che questa regione ha da offrire, rispettando l’ambiente e la tradizione culinaria.

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Recensione ristoranti: Vin Bistrot

Ci hai fatto caso?

Nella vita le migliori scoperte capitano spesso per caso, in un “pigro martedì pomeriggio” – come recita la famosa poesia – e in un posto inaspettato dove normalmente non saresti mai passata.

Così, mercoledì scorso sono finalmente riuscita a chiudere il cerchio su una bella scoperta recente: il Vin Bistrot, piccolo ristorante a Moncalieri (Via Montebello 4, zona Mercato del Bestiame per intenderci) dove la rinnovata (saggia) gestione ha saputo nell’ultimo anno ripartire con creatività e ricerca sulla materia prima.

I risultati sono tutti da leccarsi i baffi, giusto ponte prelibato fra tradizione e innovazione: i Ravioli del Plin alle tre carni brasate al profumo di campagna e gli Agnolotti ripieni di crostacei con sugo di datterini scottati fanno da apertura ideale alla Tagliata di femmina di fassone e alla Rustichella di pollo aromatizzata al curry di jaipur. Per concludere, un ottimo Profiterol rivisitato in chiave meno scontata, con il cioccolato fondente abbinato al pistacchio. Vini dal Mondo, tutti da provare: dal Piemonte alla Campania, dalla Spagna alla Francia al Sud Africa, fino ad arrivare alla California.

Per i curiosi, il team di chef del Vin Bistrot sta studiando un certo Fritto non fritto che sono sicura piacerà anche ai bambini 😉 E se volete provare i piatti del menu (esclusivamente a cena nei giorni di martedì, mercoledì, giovedì e venerdì – e su prenotazione) segnalate il codice BLOGSOCIALMEDIATORINO: riceverete lo sconto del 20% sul totale conto! Questa promozione è valida fino al 20/06/2019.

Viaggi – Impressioni e scoperte dal Giappone

viaggi giappone recensioniCaspita di giapponesi, mi mancano.
Due settimane di Sol Levante mi hanno insegnato alcune cose di questo universo a sé, questa sorta di bolla così strana per chi viene da Occidente.

Il Giappone è quel Paese dove porti l’uniforme ben oltre gli anni della scuola e leggi i manga ben oltre gli anni del liceo.
Il Giappone è quel Paese che ti fa riconsiderare il tuo concetto di formalità non appena vedi un capostazione fare l’inchino ai passeggeri del treno, prima di uscire dalla carrozza.

Il Giappone è quel Paese dove abbondano i ristoranti stellati, perché nessuno più di questo popolo sa quanto mangiare sia un atto estetico prima che enogastronomico.
Il Giappone è quel Paese dove ordine, silenzio e armonia sono un millenario antidoto contro lo stress prima ancora che i fondamenti di una religione, anzi due.

Il Giappone è quel Paese dove si invecchia alla grande perché non si mangiano pane, pasta, carni rosse o cioccolato, e non ci sono parcheggi per le auto quindi si va in bicicletta. Con buona pace dell’Occidente, ancora convinto che basti ingozzarsi di bacche di goji.
Il Giappone è quel Paese in cui le mamme portano i bambini a scuola in bicicletta. Sì, anche se i piccoli sono due. Sì, anche se piove. Con buona pace delle madri occidentali che fanno un isolato in SUV.

Il Giappone è quel Paese in cui ti chiedi come mai la natura sia così splendente e rigogliosa. Poi ti rendi conto che piove un giorno sì e l’altro anche, e ti dai la risposta.
Il Giappone è quel Paese dove una ragazza può uscire di casa vestita da manga o da orsetto rosa con pigiama munito di orecchie senza essere considerata pazza. Poi rileggi la prima frase di questo elenco e ti dai la risposta.
Il Giappone è quel Paese dove anziché cani e gatti amano carpe e daini. E a questo non hai una risposta.

viaggi travel giapponeIl Giappone è quel Paese in cui si tira lo sciacquone coprendo con la mano una fotocellula ma non si riesce a tagliare la carne perché non c’è il coltello.
Il Giappone è quel Paese dove non esistono i fazzoletti ma la mattina potresti incontrare un dipendente pubblico che pulisce con lo scopino le fessure degli scalini della metro.
Il Giappone è quel Paese dove ci sono giardinieri pubblici che tolgono le erbacce a mano, chini lungo il vialetto di un parco.

Il Giappone è quel Paese dove le donne non temono le rughe ma l’abbronzatura e i punti neri.
Il Giappone è quel Paese dove le donne possono diventare maid in un cafè senza essere linciate come prostitute.

Il Giappone è quel Paese dove nella sua scatola i biscotti non sono ben sistemati, mi spiace mi dia qui che glieli metto a posto subito.
Il Giappone è quel Paese dove si va da A a B e se c’è un imprevisto beh vorrà dire che B non si può fare.

Il Giappone è quel Paese dove i fagioli sono nei dolci, il pesce nella colazione e il riso ovunque.
Il Giappone è quel Paese che non sa cosa siano le guerre “di religione”, i preti, le Fiat, le comunioni in primavera, la Nutella e il prosciutto crudo.

Il Giappone è quel Paese dove il valore della raffinatezza non è sancito dalla costituzione solo perché è già nel DNA delle persone.

Caspita di giapponesi, un po’ mi mancate.

Il Piemonte a Chicago? Ecco dove, e cosa si mangia di buono.

plin-torino-piemonteGuardate la foto qui a fianco. Buoni vero? Un bel piatto di plin come Dio comanda, di quelli che sembran preparati dalla nonna. E invece no.
Sono stati cucinati a Chicago, dove – tra una miriade di ristoranti italiani che hanno esportato gloriose pizze e fumanti spaghetti al pomodoro – c’è il ristorante Osteria Langhe, che si propone di portare un po’ di Piemonte food&wine nientepopodimeno che negli USA.
Io li ho scoperti su Instagram. Voi state per farlo qui sul blog, nell’intervista più internazionale e interessante che ho condotto finora. Perché è curioso, una volta tanto, vederci attraverso occhi che abitano al di là di un oceano.
Enjoy!

Hi Aldo (Zaninotto ndr), what is the story of your restaurant? But most af all: why Piedmont? Why Piedmontese food?
I discovered Piemonte through the wines and the winemakers themselves, ever getting me excited about the region, the history, the culture, the food and wines. About 17 years ago I made a switch in career from the restaurant business where I grew, working in some of the best restaurants in Europe, NYC, Los Angeles and Chicago. When I made that change to become a wine sales representative, I understood the importance of identifying the perfect wines for the perfect food pairing, building a great reputation through the Chicago dining scene at an early stage, it was the beginning of a new culture to Chicago. Fortunately for me, the company (wine distributor) I was working for had some of the best wines from Piemonte to offer, wineries such as Vietti, Michele Chiarlo, Roberto Voerzio, Bruno Giacosa, Ceretto, Prunotto, Coppo, La Spinetta, Chiara Boschis, Paolo Scavino, Cigliuti to name just a few of them. I was fascinated, so months later I decided to venture to visit the Piemonte region.The food and its tradition were amazing! I had to share this with my customers back in Chicago (chefs and Sommelier, who either knew nothing or just a bit of that region).
After traveling through the whole country, I saw the excitement and interest from people who knew little, in my head I understood that if done well and focused, I could bring that culture in one place only if I had the right ingredient. In 2013, Giorgio Rivetti and I were both convinced that if the place was authentic, we would be able to convince our customers, so we did. We are strictly focusing with only the wines from Piemonte (no Prosecco, no Franciacorta or Sangiovese) and we try to showcase theideology the way it is done in the Langhe: working with the season through classics, working with smaller and local farmers. We are part of the Slow Food movement.

Ciao Aldo (Zaninotto ndr), qual è la storia del vostro ristorante? Ma soprattutto: perché Piemonte? Perché il cibo piemontese?
Ho scoperto il Piemonte attraverso i vini e i viticoltori stessi, amo questa regione, la storia, la cultura, il cibo e i vini. Circa 17 anni fa ho fatto un passo fondamentale nella ristorazione, mondo nel quale sono cresciuto, lavorando in alcuni dei migliori ristoranti in Europa, New York, Los Angeles e Chicago. Poi sono diventato un rappresentante di vendita di vino, ho capito l’importanza di identificare i vini perfetti per il perfetto abbinamento con il cibo, è stato l’inizio di una nuova cultura per Chicago. Fortunatamente per me, la società (distributore di vino) per cui stavo lavorando offriva alcuni dei migliori vini piemontesi, provenienti da cantine come Vietti, Michele Chiarlo, Roberto Voerzio, Bruno Giacosa, Ceretto, Prunotto, Coppo, La Spinetta, Chiara Boschis, Paolo Scavino, Cigliuti – per citarne solo alcuni. Ero affascinato, quindi mesi dopo ho deciso di avventurarmi a visitare il Piemonte da vicino. La sua tradizione si è rivelata incredibile! Dovevo assolutamente condividere questo con i miei clienti tornato a Chicago (chef e sommelier conoscevano poco o niente di questa regione).
Dopo aver viaggiato attraverso tutto il Paese, ho visto l’entusiasmo e l’interesse da parte di persone che conoscevano poco questa parte d’Italia, e nella mia testa ho capito che se fatto bene e con dedizione, avrei potuto portare quella cultura se solo avessi avuto l’ingrediente giusto. Nel 2013, Giorgio Rivetti ed io eravamo entrambi convinti che se il posto fosse stato autentico, saremmo stati in grado di convincere i nostri clienti, e così è stato. Stiamo rigorosamente scegliendo solo i vini piemontesi (niente Prosecco, no Franciacorta o Sangiovese) e cerchiamo di mostrare il cibo per come è ancora oggi inteso nelle Langhe: lavorare con i prodotti di stagione, proporre i classici, collaborare con gli agricoltori più piccoli e locali. Siamo ovviamente parte del movimento Slow Food.

osteria-langhe-chicagoEcco, pensare ad un ristoratore che propone cocktails a base di Vermouth o a qualcuno che in questo momento magari sta scoprendo il Punt e Mes è… fantastico!

Do american people like traditional piedmontese dishes? Are they interested in the ingredients and the stories behind the recipes?

Most of the people know truffles, but I like to think that without Osteria Langhe in Chicago they would not know what Tajarin or Plin or Finanziera are. People today are really excited about the simplicity of Piemonte food, working and respecting the seasons.

Come reagiscono gli americani ai piatti tradizionali piemontesi? Sono interessati gli ingredienti e le storie dietro le ricette?

I più rinomati nell’immaginario comune sono i tartufi, ma mi piace pensare che senza Osteria Langhe a Chicago non saprebbero cosa siano tajarin o plin o la finanziera. Il nostro menu è una grande vetrina per il Piemonte e le persone oggi sono davvero entusiaste della semplicità del Piemonte, fatta di lavoro, buon cibo e rispetto delle stagioni.

What are your favourite recipes and dishes? 😉 What do your clients like the most about your menu?

The favorites of the restaurant are Plin (with LaTur cheese), Tajarin e Ragu, Vitello Tonnato, Carne Cruda, Coniglio, Fonduta, Castelmagno cheese, Finanziera.

Per la cronaca, nel menu sono previste anche specialità non esattamente facili, come la trippa e le lumache. Chapeau!

Quali sono le vostre ricette e i piatti preferiti? 😉 Quali sono i piatti più richiesti del vostro menu?

I preferiti sono i plin (con formaggio Latur), i tajarin al ragu, il vitello tonnato, la carne cruda, il coniglio, la fonduta, il Castelmagno, la finanziera.

Ma adesso lasciateci gustare una panna cotta e un bel bicchierino di Bicerin al gianduiotto. Direttamente dagli Usa, è ovvio.

Thank you Aldo Zaninotto e Beth Ann Brozo!

5 piole a Torino

Piole a TorinoSarà il fascino vintage sarà che le mode sono corsi e ricorsi storici, sociali, culturali, fatto sta che le piole tornano a battersi con onore nella sfida con cocktail bar e ristoranti etnici.
Un tempo questi locali erano strani animali poliedrici: ci potevi mangiare – certo – ma anche bere un buon bicchiere di vino rosso con un amico, suonare, cantare. Nelle piole sabaude di tutto il Piemonte si sono rinsaldate amicizie e sono stati forgiati piatti dall’anima eterna come tumìn (tomino, piccolo formaggio morbido), pan e anciùe (pane e acciughe) e la storica bùrgu (gorgonzola), il brus (formaggio fermentato che assume un gusto molto intenso) e la sòma d’aj (sorta di bruschetta con sopra sfregato l’aglio).
Qui nascono le merende sinoire con musica, concetto che sarebbe poi diventato aperitivo e apericena. Qui lo stile informale e i modi un po’ rudi dei vecchi frequentatori hanno valso il nome di piulase (piolacce).
Oggi, di piole si torna a parlare su siti, blog e guide. Per tornare al dialetto e all’ambiente famigliare senza cravatte né iPad. Per rilassarsi, mangiar due cose e chiacchierare una serata intera.
Buon appetito!

✓ Piola di San Salvario – Via Saluzzo 42. Ottimo lo stinco con patate, meno l’antipasto con tortino di melanzane e pomodori. I primi gustosi. Come dolce ho scelto la crema chantilly, che era squisita. Prezzi non popolarissimi.

✓ Da Cianci – Largo IV Marzo 9. Location splendida! Visti i prezzi (bassi) e il clima, è adatto ai giovani che vogliono concedersi una cena tradizionale.

✓ Piola Da Celso – Via Verzuolo 40. Da non perdere la carne, sia essa bollito, brasato o semplici salumi. In generale una delle piole più note a Torino.

✓ Caffè e vini Emilio Ranzini – Via Porta Palatina 9. Secondo I Cento di Torino questa è la piola del cuore, quella vera e verace come non mai sia per gli interni sia per il cibo: acciughe al verde, robiole, tome, prosciutti, giardiniera, zucchine in carpione e vitello tonnato, tra i tanti.

✓ Il Torchio – Via Rocciamelone 7. Lontano dai soliti percorsi cool, perché si trova in zona Campidoglio. Bella ambientazione.

7 scoperte da provare (e mangiare) a Torino

Ristoranti a TorinoDi solito questo blog è popolare, pop, scappato di casa: scegliete voi il termine che preferite. Questa volta, però, voglio dare spazio al cibo (ormai lo sapete che è una mia grande passione) in versione deluxe. Quella dei ristoranti, quella della ricerca e della ricercatezza, quella dei grandi chef che sono il vanto di tutto il Paese nel Mondo.
Per esempio, ho scoperto (e non sapevo che):

✔ Giapponese nella nostra città non è solo sinonimo di teriyaki e sashimi

✔ Abbiamo un patrimonio enogastronomico che sempre di più suggerisce uno spontaneo ciao ciao “Torino piccola Parigi” vah

✔ Nonostante tutto sappiamo risparmiare. Vedasi alle voci low-cost, piole e trattorie, hamburger di livello

✔ A Torino non abbiamo il mare ma che cce frega che cce ‘mporta: proprio come il calabrone – inconsapevole del proprio peso – vola e basta noi il mare ce lo portiamo in casa con un’alzata di spalle

✔ In città c’è un cortile di condominio trasformato in ristorante. Perché in fondo non siamo così seri e inquadrati come ci dipingono 😉

Il Salone del Gusto e la Torino che si lecca i baffi

Il torinese e più in generale chi nasce in Piemonte ha con il cibo un rapporto particolare, strano, ambivalente.
Da una parte lo amiamo e lo vogliamo subito, ghiotti. Dall’altra non lo sprechiamo e amiamo conservarlo. Dalle marmellate, anche quelle per i formaggi come la cugnà o quella di cipolle, alle conserve di pomodoro alla famosissima-anzi-no-di-più crema cioccolato e nocciole altresì detta Nutella, ciò che sta in barattolo ci solletica il palato. Frutta, dolci, salse: tutto ci piace, e se è conservabile tranquillamente in cantina ancora meglio. Mai sprecare, mai esagerare.
Dall’altra parte però c’è il lato goloso. Quello godereccio che ci spinge ad andare più volentieri alle cene se sappiamo che si beve bene o, meglio ancora, se ci abbinano al piatto un vino particolare. Quello che ci fa guadagnare a piene mani il titolo di regione del Vermouth, degli aperitivi, dei tramezzini, dei cioccolato, del Martini, del cardo gobbo.
Di Eataly e di Slow Food, ma anche del Mac Bun.

E poi c’è l’immancabile tendenza all’esplorazione. L’abbinamento viaggio+scoperta di luoghi, che delizia gli occhi, l’anima e il palato.
È la voglia che ci fa partecipare agli appuntamenti come il Salone del Gusto e Terra Madre, ché cascasse il Mondo dobbiamo andare a vedere lo street food e poi assaggiare il passito di Pantelleria e però anche testare lo yogurt con la cenere.
Fiera del Peperone di Carmagnola, quella del Tartufo, Cheese, Festival delle Sagre, Douja d’Or. E poi degustazioni di vini, visite alle cantine, aperitivi. Ogni scusa è buona per mangiare (e bere) bene, ma portateci anche in girula e saremo vostri per sempre.
Fateci fare le foto alle nostre meravigliose poetiche Langhe, patrimonio dell’umanità Unesco ché comunque noi lo sapevamo anche prima che finisse sotto i riflettori del Mondo intero. Fateci provare il cibo etnico e raccontateci di universi lontani che adesso sentiamo più vicini. Accompagnateci a visitare le fabbriche che producono le Pastiglie Leone e raccontateci la storia di ingredienti che hanno il gusto dell’Africa lontana.

Complicati, sì: questi sabaudi sono proprio tutta una papilla gustativa.

Review – Pranzo da #MY! EcoSmartFood

torino social media food recensioniC’è un posticino che se vi trovate vicino al Rossini avrete già notato: è il #MY! EcoSmartFood. Verde scuro talmente verde scuro che sembra una sede della Lega ma non è 🙂  mi ha vista a pranzo un tranquillo martedì di giugno in compagnia di un’amica.

Appena seduta riflettevo sul fatto che spesso in pausa pranzo si va in posti infami, dove al triste panino che ti saluta dalla stessa postazione tutti i giorni della settimana lavorativa fa da contraltare, in versione wow trattiamoci bene, una pasta surgelata, sbustata e riscaldata per l’insipida occasione. Qui no: qui si torna al trend molto in voga di questi tempi ovvero cibo fast sviciu lontano dai tradizionali ristorantoni ma al tempo stesso attento a materie prime km 0 e di qualità.

Abbiamo ordinato come antipasto gnocco fritto con salsine e poi un bel panino farcito: bresaola, caprino, sale e olio per me, crudo, stracchino, crema di funghi, rucola, aceto balsamico di Modena per la mia accompagnatrice. Se invece non siete in vena di leggero ma di sostanza, provate la pasta fresca fatta in casa anzi proprio lì dietro alla grande finestra che sta accanto al bancone: tagliatelle, caserecce siciliane, maccheroni e chi più ne impasti più ne spadelli.
Per tutto il resto ci sono buoni dolci (noi abbiamo assaggiato la crema regina al caffè) e, volendo tornare, un apericena bello sostanzioso a 10 €. Per la serie saremo anche ecosmartyeah ma coi prezzi non si scherza e col food nemmeno.
A proposito, lo sapevate che si dice IL gnocco e non LO gnocco?

A condire il tutto, servizio cortese e birre piemontesi provenienti da Nizza Monferrato. #MY! EcoSmartFood è in Corso Regina 80 ed è perfetto anche per i vegani e vegetariani.

A cena all’indiano: 5 ristoranti a Torino

ristorante indiano ristoranti indiani torinoPer chi ama il cibo etnico è un must: ecco 5 ristoranti indiani interessanti a Torino.

Karmacola – Molto buono, location sotterranea (che non amo) ma cibo gustoso e comodo al Rossini per il dopocena.

Taj Mahal – Il servizio mi è piaciuto, cibo buono, nella media. Comodo per il dopocena a San Salvario.

Jaipur – Il primo che ho provato, e fu una bella esperienza. A suo sfavore il fatto che non è centrale, ma se siete iscritti alla newsletter riceverete informazioni interessanti su sconti e serate a tema.

Shri Ganesh – Anche qui zona non centrale, nel quartiere Santa Rita. A suo favore, sulla fanpage Facebook trovate interessanti post del loro blog. Non ancora provato ma i commenti degli utenti sono positivi.

Passaggio in India – Non l’ho ancora provato, in città ha la fama di essere costoso. Per accertarmi delle review lette online ho chiesto a un’amica: validissimo, ottimo il naan al formaggio e quello allo zenzero, divino il pollo al curry, super plus per l’aperitivo che sembra un mojito ma è speziato.

5 pizzerie che consiglierei a Torino

pizza pizzerie torino socialmedia foodNon so voi ma dopo una giornata faticosa tuffare il coltello nel pomodoro e mozzarella, e poi scoprire la base croccante… mi rimette in pace con il Mondo 🙂

Eccovi cinque pizzerie cinque che ho provato e mi sono piaciute. Ditemi quali sono le vostre!

Il Padellino – Corso Vinzaglio 21. Il nome parla da sé: qui la cucina eccelle nella pizza al padellino. Non ho mai amato questo tipo di cottura, poi per curiosità ho provato per la prima volta qui e adesso sono una aficionada 🙂 La pizza ha un costo ragionevole e i dolci sono il finale perfetto, non perdeteveli.

Il Pensiero – Via Bagnasco 11. Qui la cosa migliore è la varietà di scelta tra le pizze: impressionante. Ottimo il menu degustapizza a un prezzo favorevole. Il personale è molto gentile. Unica pecca (almeno per questo blog): niente attività sui social network.

8 e tre quarti – Piazza Solferino 8. Provata una sera a cena, molto buona. Bella l’idea di proporre una piccola selezione di pizze bio.

Bakery – Via Avigliana 47/a. Se volete tenervi lontani dalle solite mete in centro città prenotate qui: la pizza è buona e si trova vicino a Piazza Bernini.

Eat Sicily – Via Bellini 5. Ex A Picciridda, pizze ottime ma anche il pesce non scherza. Tante squisite ricette del Sud Italia.