Leggere “Il femminismo è per tutti” di bell hooks è stato fondamentale per la mia formazione di attivista, madre e professionista.
In questo libro, i percorsi di autocoscienza – peraltro già noti in Italia sin dai tempi dei Mitici Anni ’70 ad opera di figure cardine come Carla Lonzi – sono la base di un percorso di ripensamento della propria situazione famigliare e lavorativa in un’ottica di parità di genere. Si parte sempre da sé stesse per scardinare gli elementi di sessismo che abbiamo interiorizzato fin da quando eravamo piccole. Non ne abbiamo alcuna colpa. Oggi quei tratti li portiamo avanti senza nemmeno realizzarlo, e potremmo trasmetterli senza volerlo all’educazione di bambine e bambini.
Condivido con voi gli appunti su me stessa: sentitevi libere/i di condividere i vostri.
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Usa il tuo cognome. Anche se sei sposata, usa il tuo cognome. E dallo alle tue figlie/i: si può fare.
Prendi spazio in casa. Non stare tanto tempo in cucina. Non sistemare la seconda televisione sfigata in cucina mentre quella faiga sta in salotto, e la guarda solo tuo marito per il calcio. Troppe volte, anche nelle nuove generazioni, si nota come a fine pasto le donne si alzino per sparecchiare mentre gli uomini si godono l’amaro. Bevi il dannato limoncello da seduta. O – meglio – bevilo mentre fai sparecchiare il tuo compagno/marito.
Se puoi, creati uno spazio tutto per te con una serratura per chiuderlo. Se non puoi, rivendica gli spazi della casa: il divano, il salotto. Il telecomando. Prendi il dannato telecomando e decidi tu cosa guardare la sera con la tua famiglia.
A parità di mansione, investi in una donna. Scegli dottoresse, avvocatesse, negozi gestiti da donne. E nel caso delle ginecologhe, controlla che non siano obiettrici: puoi farlo sulla mappa di Obiezione Respinta.
Alle feste di Natale o di compleanno, regala alternative femminili: libri, soprattutto.
Non commentare mai, per nessuna ragione, il corpo di un’altra donna. Neanche se va a Sanremo. Neanche se secondo il tuo personalissimo giudizio non è in salute. Non. Commentare. Mai. Un. Corpo. E già che ci sei, parti dal non giudicare male il tuo, di fisico.
Vuoi fare qualcosa? Vai al cinema da sola o prenota per una al ristorante. Vai da sola. Viaggia da sola.
Nota quando dici le parole scusa, disturbo, nel mio piccolo, pazienza. Nota a chi e quando dici queste parole. Nota quanto spesso le dici.
Vota. Sempre. A livello nazionale fino a quello locale e di quartiere. Dalla Sindaca/o alla/al rappresentante di classe.
Scegli. Anche al supermercato, anche la marca del sugo di pomodoro.
Non accettare subito un “no” (a meno che si tratti di rapporti con altre persone, situazioni nelle quali vanno rispettati e basta). Se puoi, trova altre strade. Trova altri modi per arrivarci.
Partecipa alle riunioni di condominio. Polemizza in modo costruttivo.
Al lavoro, presentati senza blocco note o penna e rifiutati di prendere gli appunti per tutte/i. Siediti davanti, al tavolo.
A meno che la situazione non lo richieda espressamente, usa un tono di voce alto. Alza la mano. Alzati in piedi.
Conta i soldi. Parla di soldi. Soprattutto alle tue figlie/i. Investi in banca e insegna alle tue figlie/i ad investire i primi stipendi.
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